domenica 29 dicembre 2013

Le piante ed il Tatto.

Ancora una nuova serie di osservazioni sulle piante.
Il tatto.

Una mano che passa le dita tra i propri capelli (per chi ce l’ha) è una esperienza estremamente rilassante.
Passare la mano tra le foglie procura alle piante lo stesso piacere?
Vediamo un po’.


L’uomo possiede distribuiti non uniformemente dei sensori che riportano indicazioni sulla temperatura e sulla consistenza degli oggetti toccati. (I sensori del dolore sono diversi). Questi sensori inviano al cervello degli impulsi elettrici che generano le percezioni.

Ma cosa accade alle piante?


Possiamo prendere come esempio la Venus Acchiappamosche (Dionaea muscipula) pianta carnivora per antonomasia. Quando vengono opportunamente stimolati dei peletti, la pianta fa scattare la morsa e la preda rimane intrappolata senza via di scampo.

Dionaea muscipula
La chiusura non avviene sempre. Affinché possa avvenire, l’ospite potenziale spuntino deve toccare almeno due peletti e tra un tocco e l’altro non devono passare più di venti secondi.
In questo modo la pianta si chiude solo con delle prede che abbiano una certa dimensione, evita di serrare le fauci su prede inutili, sprecando energia e opportunità.

Non solo, ma la pianta in qualche maniera memorizza l’informazione, e aspetta proprio i venti secondi.
Queste piante hanno sempre spiazzato gli uomini che mettevano le piante un gradino sotto gli animali, perché sono in grado di catturare e cibarsi non solo di insetti, ma anche di piccoli animali come rane e topolini…
Per Charles Darwin sono sempre state uno spunto interessante e oggetto di innumerevoli esperimenti.

Quelle piante sono carnivore perché nell'ambiente di cui sono originarie manca l'azoto, che estraggono dalle loro prede sciolte con il loro acidi.

Gli scienziati hanno scoperto che lo stimolo alla chiusura arriva per via elettrica. Il peletto stimola un impulso che va a caricare una specie di “condensatore”, perdonatemi il paragone. Questo si scarica lentamente in venti secondi, ma se nel frattempo arriva un altro impulso (il secondo peletto), riprende la carica, supera così una soglia e scatta la trappola mortale.

Oltre alla simpatica pianta carnivora, ci sono i ben più comuni viticci. Questi crescono girando nel vuoto, fino a quando non tocccano un rametto (ma anche un dito umano che li strofina) a quel punto si arricciano aggrappandosi tenacemente.


Una cosa sorprendente è che se lo si strofina al buio, questo non si arriccia, ma appena fa giorno, anche ore dopo, si ricorda dello stimolo e comincia  formare il ricciolo.


Le piante indubiamente usano il tatto per sapere quando e come crescere. Gli alberi che crescono sui crinali, come ben sappiamo quando andiamo in montagna, crescono più bassi, tozzi e grossi. Questa crescita anomala è senz’altro stimolata dal vento che induce la pianta a cambiare forma, altrimenti perderebbe rami e tronco.

Al prossimo post per scoprire altro sulle nostre vicine!

Riferimenti:


Se avete commenti e osservazioni sentitevi liberi di scrivere nei commenti quello che volete.

Se vi va, condividete il post.

Seguiteci su

www.dedalotrek.it,  facebook   twitter





Nessun commento:

Posta un commento