venerdì 27 giugno 2014

Parchi e Riserve del Lazio - Parco Naturale Regionale dei Monti Aurunci

Parco Naturale Regionale dei Monti Aurunci

Tra Parchi Nazionali e Regionali, Riserve Naturali Statali e Regionali, Aree Naturali Marine Protette e Monumenti Naturali, il Lazio conta ben 77 siti!

Abbiamo di che visitare!

Dopo i precedenti post sui sulla Riserva Naturale di Nazzano Tevere-Farfa , ed i Simbruini,  proseguiamo con il Parco Naturale Regionale dei Monti Aurunci.

Gli Aurunci con vista su Gaeta (da http://www.prolocoveroli.it/)

Gli Aurunci erano una antica popolazione Osca, affine ai Sanniti con i quali condivideva la vita dura di montagna. Proprio questa popolazione, ha dato il nome ai Monti, che insieme ai Lepini ed agli Ausoni formano la catena pre-appenninaca dei Volsci.

La Mappa del Parco
Dal 1997 è stato creato il Parco dei Monti Aurunci, per progeggere questa bellissima area naturale, quella più a sud del Lazio.
Il tetto del Parco è il Monte Petrella (1533 mt), ai piedi del quale si possono trovare percorsi più o meno impegnativi attraverso il bosco misto, tipico dell’appennino, le faggete, fiumi, santuari, bellissime fioriture e per i più fortunati, avvistare qualche animale selvatico gironzolare.

Il parco è anche attraversato dalla via Appia, di cui si conserva un tratto ben conservato, tra Itri e Fondi, restaurato recentemente nel 2002.

http://www.parcoaurunci.it



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martedì 24 giugno 2014

Bella giornata domenica sul San Franco

Nel primo giorno d'Estate una bella giornata sul San Franco

Come promesso (vedi qui) il gruppo folto si è cimentato in una escursione attorno e sul Monte più occidentale del Gran Sasso.
Dal Ponte delle Lame, al rifugio Panepucci, fino alla cima del monte, godendo di bellissimi paesaggi sul Gran Sasso ancora innevato, la bella Laga, la netta piramide del Velino, e decine di altre cime!

Fioriture di magnifiche Peonie Selvatiche
I bellissimi fiori di peonie selvatiche, nella parte più bassa e coperta, e migliaia di fiori di montagna, coloratissimi, nella parte più alta, ci hanno accompagnato fino alla cima.

Genziana
Qui un link ad una piccola raccolta di foto

Ed ecco un resoconto dettagliato, gentilmente inviato da Stefano:


Alla prossima escursione!

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domenica 15 giugno 2014

DedaloTrek a Portofino

Dedalo Trek organizza dal 26 al 28 Settembre un week end lungo nel Parco Naturale Regionale ed Area Marina Protetta del promontorio di Portofino.



I pernotti sono previsti in rifugio; costo per la mezza pensione è di 60€ a persona al giorno (per due pernotti) escluse le bevande, lenzuola ed asciugamani inclusi. 
La quota di partecipazione non comprende le spese di viaggio, che si effettuerà con treno e traghetto. Il costo stimato del viaggio con andata in cuccetta (partenza giovedì 25 notte) e ritorno posto a sedere è di circa 100€.
Quota di partecipazione per i soci FederTrek: 35€.
Escursioni di difficoltà E con brevi tratti EE.
Per le persone interessate è possibile organizzare una visita guidata presso l’Abbazia di San Fruttuoso, uno dei beni del FAI.

È richiesto un anticipo di 50€. Le iscrizioni si intendono confermate solo al ricevimento dell’anticipo. 

Il rifugio è piccolo e ci sono pochi posti…. Ed il promontorio è FANTASTICO!! Fate un po’ voi…

Contattare: AEV Monica PACE – esclusivamente per posta elettronica: moki_karibu@hotmail.com fino al 20 Giugno; dal 21 Giugno anche al 333/1217850. Le iscrizioni si chiudono il 29 Giugno per accordi con il rifugio.

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sabato 14 giugno 2014

Quant’è vecchio il nostro mondo?

La misura dell’età della Terra e le sue imprevedibili conseguenze.

Questa domanda ha assillato la scienza per un lunghissimo periodo. Nessuno per millenni ha saputo dare una spiegazione convincente che trovasse unanime consenso.


Una delle prime ipotesi è venuta dalla Bibbia. Qualcuno leggendo attentamente il testo ha dedotto che il nostro pianeta dovesse avere quattromila anni.
Questa ipotesi è stata smentita prestissimo dalle evidenze geologiche.
Naturalmente proprio i geologi si sono scatenati nel calcolo, nei modi più impensabili... Per esempio valutando la salinità del mare e valutando l’apporto annuo di sali che arrivano dai fiumi si sarebbe potuta fornire una stima. Peccato che nessuno sappia stimare né l’uno né l’altro.



Lord KelvinPer anni hanno fioccato cifre praticamente a casaccio: da migliaia a milioni di anni.
Uno dei più accaniti studiosi dell’età della terra è stato il grande Lord Kelvin, padre della Termodinamica, che fino all'ultimo istante di vita ha difeso la sua stima (80 milioni) ritenendola il principale suo contributo alla scienza.

Piano piano sono emersi nuovi metodi, tra cui il famoso Carbonio 14.
Di che si tratta?


In breve succede questo: nell'atmosfera si trova una certa percentuale di questo isotopo (è un Carbonio con dei neutroni in più). Le sostanze organiche lo assorbono finché sono in vita. Appena muoiono, come per gli orologi da polso nei peggiori film gialli, fermano l’assorbimento.
Il Carbonio 14 intrappolato comincia a decadere, con un certo tempo di dimezzamento (5mila anni circa), quindi misurandone la quantità rimasta si può stimare l’età di un reperto.

Ma il metodo del carbonio ha dei problemi:
- la quantià di Carbonio presente in atmosfera cambia nel tempo;
- il tempo di dimezzamento è un valore medio statistico, quindi va bene per grandi quantità, ma nel caso di reperti con pochi atomi, perde molto di precisione (è come sbagliare di un euro su mille, oppure di un euro su due)
- è facile contaminare i reperti;
- la misura non riesce a stimare molto indietro nel tempo. Quindi non va bene per il calcolo dell’età della terra.

Gli scienziati non si sono dati per vinti. Hanno sondato altri metodi, tra cui lo studio della decadenza del piombo.
E qui si è fatta una scoperta importante, con conseguenze per la nostra salute.

Ovunque Clair Patterson, uno scienziato americano, cercasse campioni di materiale antico, continuava a trovare presenza di piombo. Piombo dappertutto.

Perché?

Negli anni venti, tale Thomas Midgley Junior, ha scoperto che il piombo comportava degli ottimi miglioramenti nelle prestazioni dei motori a scoppio. Da allora le auto (ed altri motori) hanno cominciato ad essere alimentati con carburante arricchito di questo metallo.
Studi di carotaggi delle calotte polari, ha mostrato che nel volgere di pochi anni, da zero, una cappa di piombo ha ricoperto il pianeta.
Siamo stati noi.

Il piombo è un materiale molto tossico, che una volta assimilato non esce più dal nostro organismo, accumulandosi e intossicandoci. Provoca danni irreversibili, che portano fino alla morte.
Patterson ha così avviato una campagna di sensibilizzazione al problema che si è presto trasformata in molti anni di battaglie e scontri durissimi con i potenti produttori di piombo, convinti negazionisti dei danni che procurava il piombo, che sono arrivati a farlo licenziare e bandire.
Solo negli anni ‘90 si è giunti finalmente al bando del piombo ed a dare pienamente ragione allo scienziato.
(sembra un film già visto e che ci toccherà rivedere, temo).

Ma torniamo al nostro problema, l’età della terra.
A Clair Patterson è venuto in mente di utilizzare come campione da misurare i meteoriti, quanto di più simile ai corpi che hanno formato il nostro pianeta.

E così si è calcolata la cifra di 4,6 miliardi di anni che fino ad oggi non è stata più ritoccata.

Per inciso, il benedetto Thomas Midgley Junior è anche lo scopritore dei CFC, i micidiali gas usati nei frigo e negli spray, molto stabili, terribilmente stabili, capaci di “mangiarsi” il sottile strato di ozono che ci protegge dai micidiali raggi uv, che per qualche miliardo di anni hanno relegato la vita solo all'acqua, almeno fino a quando l’ossigeno delle piante non ha creato l’ombrello di ozono.

Rif.
"Breve storia di (quasi) tutto" - Bill Bryson - Tea e qui


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sabato 7 giugno 2014

L'anello del San Franco

Un panoramico giro sul Monte San Franco

Nel bel mezzo del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, una delle ultime propaggini occidentali del Gran Sasso è il panoramico Monte San Franco.

La sua cresta corre in direzione Ovest-Est, dalla Statale 80 del Passo delle Capannelle, fino alla magnifica sella del Belvedere, sotto il Monte Jenca.

Il Monte deve il suo nome a San Franco da Assergi, un monaco benedettino eremita del secolo XII, abruzzese, che ha passato gran parte della sua vita in giro per le montagne dell'Appennino, cibandosi di quello che la natura offriva ( "Into the Wild"  antelitteram), si è ritirato a vivere proprio ai piedi del monte. Tra i suoi miracoli avrebbe fatto scaturire l'acqua da una sorgente, che tutt'ora i fedeli vengono a bere. Pare che in vita già fosse venerato, tanto che cambiava spesso eremitaggio proprio per fuggire alla folla che lo cercava.

Il percorso di giornata prevede un dislivello di circa 900 metri. Inizialmente seguiremo il sentiero a Nord del monte, passando in un boschetto ombroso, salendo lentamente fino ad arrivare ad un tratto di salita più impegnativo che ci porterà al rifugio CAI Panepucci (1660).

Da qui comincia la magnifica vista sul Monte Corvo, Jenca, Pizzo di Camarda e la Valle del Paradiso.

Proseguendo si arriva all'affaccio del Belvedere (1789) che separa il San Franco dal monte Jenca.
Risaliremo lungo la Cresta di Rotigliano, fino ad arrivare alla cima 2132.

Il percorso ed il profilo altimetrico (da Google Earth)
Il panorama della cresta e della cima spazia grandioso sulle montagne abruzzesi, laziali e marchigiane e sul Lago di Campotosto (il più grande bacino artificiale d'Europa).
Si scende rapidamente lungo la cresta ovest, passando per l'antica cava di Pietra fino al ritorno al parcheggio.

Per i dettagli su orari, appuntamenti, etc cliccate su La gita su DedaloTrek.it

Riferimenti:
http://www.lagagransasso.it/gs/m_s_franco.htm
Santi e Beati: San Franco

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venerdì 6 giugno 2014