martedì 27 maggio 2014

La Monna da Trisulti, una bella salita!

Monte La Monna dalla Certosa di Trisulti

Una bella salita impegnativa quella di domenica scorsa, dalla Certosa di Trisulti, fino alla Monna.
Più di 1100 metri di dislivello, superati dal gruppo brillantemente!


Sulla cima, un po' di riposo!
Dato l'ampio dislivello, il percorso della escursione ha permesso di ammirare una grande varietà di ambiente vegetale e geologico.
In basso si attraversa una bella abetaia e bosco misto (aceri, carpini, querce...) pieno di fiori di sottobosco, in questo periodo, fino a raggiungere una bellissima terrazza a Vado di Porca, da cui si ammira la Certosa.

                       
Il gruppo affacciato alla terrazza



















Il Vado è una spettacolare apertura nella roccia, per permettere il passaggio di quadrupedi (e bipedi)

Vado di Porca

La vista dalla terrazza

Si prosegue nel bosco, che man mano si infittisce di faggi. In alto si trovano dei bellissimi esemplari secolari, sopravvissuti ad anni di intemperie.





Vecchio faggio cresciuto sulla roccia
Si affronta la parte più dura della salita, in mezzo al bosco fitto e fresco, con un paio di punti in cui la vegetazione permette di sbirciare la cima del Rotonaria.

Prato di ranuncoli di un giallo accecante

A quota 1650 si arriva alla bellissima sella che separa La Monna-Fanfilli dal Rotonaria. Un magnifico prato fiorito ci ha compensato della fatica per arrivare lassù.

Un ultimo sforzo e si arriva in cima, passando per il valico che separa dalla Valle dell'Agnello in direzione di Campo Catino






Valle dell'Agnello

Il Rotonaria sullo sfondo

Il giardino della Certosa


Dopo la lunga discesa, una visita alla millenaria Certosa di Trisulti, fondata dai Benedettini, passata ai Certosini con Innocenzo III e dal secondo dopoguerra, per mancanza di monaci, ritornata ad essere affidata ai benedettini.













Un vaso che abbiamo contribuito a riempire

Molto fornita la Farmacia della Certosa, in particolare un vaso raccoglie l'Acido Lattico di molti di noi escursionisti!



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sabato 17 maggio 2014

Parchi e Riserve del Lazio - Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini

Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini

Tra Parchi Nazionali e Regionali, Riserve Naturali Statali e Regionali, Aree Naturali Marine Protette e Monumenti Naturali, il Lazio conta ben 77 siti!

Abbiamo di che visitare.

Dopo avere parlato della Riserva Naturale di Nazzano Tevere-Farfa nel precedente post, proseguiamo con il Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini.

Scendendo dal Monte Tarino

Si tratta del più esteso Parco nell’area della Regione Lazio e si spinge fino al confine con la Regione Abruzzo. Le sue cime più alte raggiungono e superano i 2000 metri (Viglio e Cotento), grandi e magnifici pianori si estendono ai piedi delle montagne, come la piana di Camposecco.
Tutt’intorno una grande faggeta ha colonizzato la fascia montana fino ai 1800 metri sul livello del mare. In autunno sono spettacolari i colori giallo e rosso delle sue foglie.

(da www.livata.it)

Il territorio è carsico, quindi pieno di grotte, doline, inghiottitoi, sorgenti d’acqua che alimentano l’Aniene. Sono presenti numerosi percorsi, molto vari, con sali scendi e per tutte le difficoltà.

Con gli sci da Campo Staffi


Il parco si vive tutto l’anno, magnifiche sono le escursioni con gli sci e le ciaspole in inverno. Data la ampia zona in quota, la neve non manca, si mantiene per mesi ed ospita dei bellissimi percorsi ed anelli ideali da percorrere scivolando dolcemente sulla neve.



http://www.simbruini.it/

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giovedì 1 maggio 2014

Parchi e Riserve del Lazio - Nazzano Tevere-Farfa

Riserva Naturale Nazzano Tevere-Farfa

Tra Parchi Nazionali e Regionali, Riserve Naturali Statali e Regionali, Aree Naturali Marine Protette e Monumenti Naturali, il Lazio conta ben 77 siti.

Abbiamo di che visitare!

Cominciamo con la più vecchia delle Riserve Naturali: quella di Nazzano Tevere-Farfa.


Nel 1950 la costruzione di una diga subito a valle della confluenza del fiume Farfa nel Tevere, ha favorito la creazione di una piccola zona lacustre.
I nuovi laghetti, isolotti e meandri sinuosi, presto sono stati colonizzati da piante igrofile, che amano l’ambiente umido, e da tanti uccelli, stanziali e migratori di passaggio.
In breve tempo ne è diventato un punto chiave per la migrazione, tanto da spingere il governo regionale alla sua protezione (1979) ed a numerosi riconoscimenti internazionli



La Riserva comprende il tratto di Tevere tra la diga a Meana a sud ed il ponte sulla SP Tiberina a Nord, vicino alla stazione di Poggio Mirteto. La panoramicissima collina di Nazzano, con il suo bel castello, e di Torrita Tiberina, ne delimita il confine ad Ovest.

 

I sentieri della riserva corrono lungo gli argini del fiume, vicino al Tevere, placidissimo e tranquillo in questo tratto.
Per chi ama osservare l’avifauna, tutto l’anno è possibile ammirare svariati esemplari che tra un canto e l’altro vivono la loro vita fluviale.
Il paesaggio è molto rilassante, tanto nell’ammirarlo dall’alto di Nazzano e Torrita, quando nel percorrerlo nel suo interno.



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