mercoledì 15 gennaio 2014

Il sesto senso

Proseguiamo il nostro viaggio nel mondo delle Piante

Il Sesto Senso

Chiunque sia andato in un bosco di faggi a quota neve, ha notato come molti alberi abbiano la base curva per poi proseguire dritti.
Chiaramente la spinta della neve ha piegato i faggi da giovani, ma questi sono stati in grado di raddrizzarsi e puntare al cielo.

Come hanno fatto?

Oltre ai canonici cinque sensi che ci attribuiamo, ce n’è un sesto, la percezione di se nello spazio. E’ un senso che usiamo spessissimo, ma di cui ce ne accorgiamo solo quando viene a mancare.
Se ci si ubriaca, infatti, non siamo più capaci di stare in equilibrio e non siamo capaci di toccarci la punta del naso con gli occhi chiusi. Provate ora, se siete sobri :)



L’uomo ci riesce, tra l’altro, perché nell'orecchio interno trovano posto gli otoliti, delle piccole “pietruzze” immerse in una specie di gel, che seguono le leggi della gravità, spostandosi sempre verso il basso. Nei loro movimenti stimolano dei recettori ed il cervello sa dove ci troviamo. Se ci troviamo in una giostra che ci sbatacchia, o siamo centrifugati da un’onda a mare, gli otoliti mandano segnali contrastanti e perdiamo consapevolezza del sopra e del sotto.

Anche le piante sono dotate di un meccanismo analogo. Se una pianta viene stesa in orizzontale, il fusto piegherà verso l’alto e le radici punteranno decisamente verso il basso.
Anche grazie a studi nello spazio, in assenza di gravità, gli scienziati hanno capito che la pianta possiede dei recettori, simili agli otoliti, piccole “pietruzze” immerse in delle cellule, capaci di seguire la gravità. Questi recettori indicano alla radice dove sta il basso e quindi dove crescere.
Per la parte alla luce il meccanismo è simile, ma avviene con cellule diverse.

Alcuni scienziati sostengono che questa è una delle funzioni più antiche che si sono probabilmente sviluppate quando uomini, animali e piante erano la stessa cosa.

Al prossimo post per scoprire altro sulle nostre vicine!

Riferimenti:
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