domenica 6 luglio 2014

Si fa presto a dire Longitudine

Come si è arrivati a misurare la Longitudine


Come ben saprete, per individuare esattamente la propria posizione sulla Terra, occorre conoscere due valori: Latitudine e Longitudine. E lo si sa da millenni.
Con queste due coordinate si riesce, come una battaglia navale, a segnare la propria posizione molto semplicemente.

Oggi è molto facile ricavarli, basta un GPS dei telefonini da pochi euro. Molto semplice, anche se dietro c'è un complessissimo e costoso sistema di satelliti artificiali, algoritmi matematici ed apparecchi ricevitori sofisticati.

Ma come ci si è arrivati?

Già dai tempi dei Fenici si conosceva e misurava la Latitudine osservando l'altezza del Sole a mezzogiorno, semplicemente contando il numero di dita tra l'orizzonte ed il sole, oppure di notte l'altezza della stella polare.
Utilissima per i primi marinai che riuscivano, in un mare relativamente piccolo come il Mediterraneo, a sfruttarla come aiuto per le loro navigazioni.
Conoscevano bene gli estremi della Latitudine ed assegnarono 0 all'Equatore e 90 al polo nord.


Invece la Longitudine è sempre stata difficile da misurare. Ci si era resi conto che man mano che di spostava ad Ovest il mezzogiorno arrivava sempre più tardi (oppure verso Est, arrivava prima)
Si aveva, sulla terraferma una idea di queste linee ideali, non molto precisa.
Infatti quando Eratostene stimò la misura del raggio della terra, misurò la lunghezza dell'ombra a mezzogiorno, in due punti a latitudine diversa, ma con la stessa longitudine: Alessandria e Assuan.
La misura risultò molto precisa, e l'errore di soli 500 km su 40mila era dovuto principalmente proprio al fatto che Alessandria ed Assuan non sono esattamente sulla stessa Longitudine.

Dopo la scoperta dell'America, sono cominciati i viaggi oceanici, dove l'assenza di riferimenti alla linea costiera, rende il viaggio molto complesso, specie ritrovare le isole come le Azzorre dove fare rifornimento di acqua potabile e verdure fresche per non morire disidratati o di scorbuto.

Come facevano i marinai a non perdersi nel vastissimo oceano?

Si muovevano sostanzialmente lungo i paralleli, tenendo sott'occhio cioè l'altezza delle stelle per mantenere la latitudine fissa.
In questo modo si arrivava alla meta, senz'altro non percorrendo le rotte più efficienti, ma soprattutto con un grosso inconveniente: malgrado l'oceano vastissimo, c'erano di fatto poche rotte percorribili, dove si affollavano le carovane di galeoni e di... corsari!

La rotta di Colombo nel suo primo viaggio

Dal '500 è diventato più pressante il problema del calcolo dell Longitudine per permettere viaggi sicuri ed efficienti. Ci si sono cimentati tantissimi scienziati, da Galileo a Newton e moltissimi altri. Per secoli.

Tanto che sia arriva nel 1714 quando il governo inglese promulgò il Logitude Act con il quale prometteva una ricompensa faraonica a chiunque trovasse un metodo per ricavare la longitudine in barca.

Torniamo al Cinquecento, presto si sono identificate nella caccia al meridiano, due strategie:

  • La via astronomica
  • La misura del tempo



La via delle stelle

Galileo, Giove e le sue lune
Una prima soluzione astronomica prevedeva la misura della posizione della Luna rispetto alle stelle, ma il metodo era troppo rozzo ed impreciso.
Galileo Galilei, il primo dei grandi a scendere in campo, col suo cannocchiale osserva le lune di Giove. Si accorge che scorrono con regolarità. Osservando il movimento delle lune e con una serie di calcoli  si riusciva a stimare la longitudine. Metodo ottimo, ma poco praticabile in barca. Galileo provvide a progettare una specie di casco che permettesse di aiutare ad inquadrare Giove, ma in barca si "balla" troppo e non si riescono a compiere calcoli precisi.

La via astronomica di Galileo si è molto affinata in seguito permettendo di ricavare misure molto precise della longitudine, ma a terra. Le mappe furono tutte corrette alla luce delle nuove misure precise. Ai tempi di Luigi XIV si rimisurò la Francia e si scoprì che era più piccola di quanto si credesse, tanto che il Re disse "Gli astronomi mi hanno sottratto più territori di tutti i miei nemici in guerra!"
Ha avuto anche conseguenze, con misure sempre più precise ci si è accorti che le eclissi delle lune di Giove tendevano ad anticipare o ritardare nel momento in cui Giove era vicino oppure lontano dalla Terra: dipendeva dalla velocità della luce! Così ci fu una prima stima della velocità con cui propaga la luce.

Rimaneva impraticabile ancora la via delle lune di Giove, ma piano piano si cercava di confrontare la posizione della Luna rispetto alle stelle "fisse". Misura resa difficile dalla imprevedibilità della posizione della Luna. Grazie al modello astronomico di Isaac Newton si cominciò a stimare e prevedere la posizione relativa Terra, Luna e Sole, espressa con eleganti equazioni di Leonhard Eulero.



Così si arriva, dopo decenni di misure su misure delle posizioni delle stelle e della Luna, registrate in osservatori astronomici fatti costruire proprio a tali scopi, come l'osservatorio di Greenwich, alla pubblicazione di Almanacchi della posizione delle stelle e della luna ad uso dei marinai, con tabelle di Effemeridi che andavano aggiornate periodicamente, perché valide solo in certi anni.


L'orologio

Il pisano Galileo ha dato il suo contributo anche per la soluzione con gli orologi, facendo studi sul moto dei pendoli da utilizzare per la misura del tempo. Poi meglio sviluppati dal'Olandese Christiaan Huygens. Grazie ad un orologio preciso si poteva misurare la longitudine confrontando il mezzogiorno solare (quando il sole è al punto massimo) con il mezzogiorno dell'orologio: infatti ad ogni 4 minuti di differenza tra le due suddette ore, corrisponde un grado di Longitudine.
Il problema dell'orologio a pendolo è che in mare, con lo sballottamento, perde di regolarità. In mare i cambi di temperatura e umidità fanno dilatare o restringere i metalli e la regolarità va a farsi benedire.

In questo campo una grandissima spinta fu dovuta al solitario John Harrison, un falegname autodidatta che introdusse tantissime innovazioni, alla ricerca dell'orologio più preciso possibile, poco sensibile ai movimenti ed alle dure sollecitazioni della vita in mare.

Con cinquant'anni e più di attività di ricerca riuscì a creare degli orologi la cui precisione andava ben oltre quella degli orologi comuni, ed alla fine sufficiente ad aiutare i marinai.

I modelli che produsse Harrison furono nominati H1, H2, H3, H4 e l'ultimo H5. Prodotti in una vita di attività di ricerca, come modelli unici, costosissimi ma capostipiti di generazioni di altri cronometri.

La sfida per il premio

Il ricchissimo premio del Longitude Act faceva gola a tutti, per tanto la lotta per accaparrarselo è stata sempre dura, specie per gli "orologiai" visto che la commissione era composta da astronomi, alcuni dei quali erano anche portatori di soluzioni concorrenti. Si possono comprendere così le grandi difficoltà ed ostacoli che John Harrison dovette subire prima di vedere accettato, seppur parzialmente, la sua sudata soluzione quando ormai era anziano e più che ottantenne. Alla lunga, anzi lunghissima, è riuscito finalmente a prevalere.

Il Capitano Cook

Il famoso capitano inglese, navigatore dei mari del Sud, fu uno dei primi a voler sperimentare la tecnica degli orologi, confrontando decine Cronometri con le tabelle degli Almanacchi Nautici. Grande entusiasmo da parte sua, dichiarò apertamente la superiorità, praticità e affidabilità degli orologi.
Così si dette l'avvio alla creazione di cronometri che fossero precisi ma anche con costi affrontabili dalle compagnie di navigazione.

Grazie a questi cronometri gli inglesi poterono navigare con assoluta padronanza dei mari, diventando la potenza internazionale dominante nell'Ottocento.


Riferimenti:

Sobel Dava - "Longitudine - Come un genio solitario cambiò la storia della navigazione" , BUR










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venerdì 27 giugno 2014

Parchi e Riserve del Lazio - Parco Naturale Regionale dei Monti Aurunci

Parco Naturale Regionale dei Monti Aurunci

Tra Parchi Nazionali e Regionali, Riserve Naturali Statali e Regionali, Aree Naturali Marine Protette e Monumenti Naturali, il Lazio conta ben 77 siti!

Abbiamo di che visitare!

Dopo i precedenti post sui sulla Riserva Naturale di Nazzano Tevere-Farfa , ed i Simbruini,  proseguiamo con il Parco Naturale Regionale dei Monti Aurunci.

Gli Aurunci con vista su Gaeta (da http://www.prolocoveroli.it/)

Gli Aurunci erano una antica popolazione Osca, affine ai Sanniti con i quali condivideva la vita dura di montagna. Proprio questa popolazione, ha dato il nome ai Monti, che insieme ai Lepini ed agli Ausoni formano la catena pre-appenninaca dei Volsci.

La Mappa del Parco
Dal 1997 è stato creato il Parco dei Monti Aurunci, per progeggere questa bellissima area naturale, quella più a sud del Lazio.
Il tetto del Parco è il Monte Petrella (1533 mt), ai piedi del quale si possono trovare percorsi più o meno impegnativi attraverso il bosco misto, tipico dell’appennino, le faggete, fiumi, santuari, bellissime fioriture e per i più fortunati, avvistare qualche animale selvatico gironzolare.

Il parco è anche attraversato dalla via Appia, di cui si conserva un tratto ben conservato, tra Itri e Fondi, restaurato recentemente nel 2002.

http://www.parcoaurunci.it



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martedì 24 giugno 2014

Bella giornata domenica sul San Franco

Nel primo giorno d'Estate una bella giornata sul San Franco

Come promesso (vedi qui) il gruppo folto si è cimentato in una escursione attorno e sul Monte più occidentale del Gran Sasso.
Dal Ponte delle Lame, al rifugio Panepucci, fino alla cima del monte, godendo di bellissimi paesaggi sul Gran Sasso ancora innevato, la bella Laga, la netta piramide del Velino, e decine di altre cime!

Fioriture di magnifiche Peonie Selvatiche
I bellissimi fiori di peonie selvatiche, nella parte più bassa e coperta, e migliaia di fiori di montagna, coloratissimi, nella parte più alta, ci hanno accompagnato fino alla cima.

Genziana
Qui un link ad una piccola raccolta di foto

Ed ecco un resoconto dettagliato, gentilmente inviato da Stefano:


Alla prossima escursione!

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domenica 15 giugno 2014

DedaloTrek a Portofino

Dedalo Trek organizza dal 26 al 28 Settembre un week end lungo nel Parco Naturale Regionale ed Area Marina Protetta del promontorio di Portofino.



I pernotti sono previsti in rifugio; costo per la mezza pensione è di 60€ a persona al giorno (per due pernotti) escluse le bevande, lenzuola ed asciugamani inclusi. 
La quota di partecipazione non comprende le spese di viaggio, che si effettuerà con treno e traghetto. Il costo stimato del viaggio con andata in cuccetta (partenza giovedì 25 notte) e ritorno posto a sedere è di circa 100€.
Quota di partecipazione per i soci FederTrek: 35€.
Escursioni di difficoltà E con brevi tratti EE.
Per le persone interessate è possibile organizzare una visita guidata presso l’Abbazia di San Fruttuoso, uno dei beni del FAI.

È richiesto un anticipo di 50€. Le iscrizioni si intendono confermate solo al ricevimento dell’anticipo. 

Il rifugio è piccolo e ci sono pochi posti…. Ed il promontorio è FANTASTICO!! Fate un po’ voi…

Contattare: AEV Monica PACE – esclusivamente per posta elettronica: moki_karibu@hotmail.com fino al 20 Giugno; dal 21 Giugno anche al 333/1217850. Le iscrizioni si chiudono il 29 Giugno per accordi con il rifugio.

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sabato 14 giugno 2014

Quant’è vecchio il nostro mondo?

La misura dell’età della Terra e le sue imprevedibili conseguenze.

Questa domanda ha assillato la scienza per un lunghissimo periodo. Nessuno per millenni ha saputo dare una spiegazione convincente che trovasse unanime consenso.


Una delle prime ipotesi è venuta dalla Bibbia. Qualcuno leggendo attentamente il testo ha dedotto che il nostro pianeta dovesse avere quattromila anni.
Questa ipotesi è stata smentita prestissimo dalle evidenze geologiche.
Naturalmente proprio i geologi si sono scatenati nel calcolo, nei modi più impensabili... Per esempio valutando la salinità del mare e valutando l’apporto annuo di sali che arrivano dai fiumi si sarebbe potuta fornire una stima. Peccato che nessuno sappia stimare né l’uno né l’altro.



Lord KelvinPer anni hanno fioccato cifre praticamente a casaccio: da migliaia a milioni di anni.
Uno dei più accaniti studiosi dell’età della terra è stato il grande Lord Kelvin, padre della Termodinamica, che fino all'ultimo istante di vita ha difeso la sua stima (80 milioni) ritenendola il principale suo contributo alla scienza.

Piano piano sono emersi nuovi metodi, tra cui il famoso Carbonio 14.
Di che si tratta?


In breve succede questo: nell'atmosfera si trova una certa percentuale di questo isotopo (è un Carbonio con dei neutroni in più). Le sostanze organiche lo assorbono finché sono in vita. Appena muoiono, come per gli orologi da polso nei peggiori film gialli, fermano l’assorbimento.
Il Carbonio 14 intrappolato comincia a decadere, con un certo tempo di dimezzamento (5mila anni circa), quindi misurandone la quantità rimasta si può stimare l’età di un reperto.

Ma il metodo del carbonio ha dei problemi:
- la quantià di Carbonio presente in atmosfera cambia nel tempo;
- il tempo di dimezzamento è un valore medio statistico, quindi va bene per grandi quantità, ma nel caso di reperti con pochi atomi, perde molto di precisione (è come sbagliare di un euro su mille, oppure di un euro su due)
- è facile contaminare i reperti;
- la misura non riesce a stimare molto indietro nel tempo. Quindi non va bene per il calcolo dell’età della terra.

Gli scienziati non si sono dati per vinti. Hanno sondato altri metodi, tra cui lo studio della decadenza del piombo.
E qui si è fatta una scoperta importante, con conseguenze per la nostra salute.

Ovunque Clair Patterson, uno scienziato americano, cercasse campioni di materiale antico, continuava a trovare presenza di piombo. Piombo dappertutto.

Perché?

Negli anni venti, tale Thomas Midgley Junior, ha scoperto che il piombo comportava degli ottimi miglioramenti nelle prestazioni dei motori a scoppio. Da allora le auto (ed altri motori) hanno cominciato ad essere alimentati con carburante arricchito di questo metallo.
Studi di carotaggi delle calotte polari, ha mostrato che nel volgere di pochi anni, da zero, una cappa di piombo ha ricoperto il pianeta.
Siamo stati noi.

Il piombo è un materiale molto tossico, che una volta assimilato non esce più dal nostro organismo, accumulandosi e intossicandoci. Provoca danni irreversibili, che portano fino alla morte.
Patterson ha così avviato una campagna di sensibilizzazione al problema che si è presto trasformata in molti anni di battaglie e scontri durissimi con i potenti produttori di piombo, convinti negazionisti dei danni che procurava il piombo, che sono arrivati a farlo licenziare e bandire.
Solo negli anni ‘90 si è giunti finalmente al bando del piombo ed a dare pienamente ragione allo scienziato.
(sembra un film già visto e che ci toccherà rivedere, temo).

Ma torniamo al nostro problema, l’età della terra.
A Clair Patterson è venuto in mente di utilizzare come campione da misurare i meteoriti, quanto di più simile ai corpi che hanno formato il nostro pianeta.

E così si è calcolata la cifra di 4,6 miliardi di anni che fino ad oggi non è stata più ritoccata.

Per inciso, il benedetto Thomas Midgley Junior è anche lo scopritore dei CFC, i micidiali gas usati nei frigo e negli spray, molto stabili, terribilmente stabili, capaci di “mangiarsi” il sottile strato di ozono che ci protegge dai micidiali raggi uv, che per qualche miliardo di anni hanno relegato la vita solo all'acqua, almeno fino a quando l’ossigeno delle piante non ha creato l’ombrello di ozono.

Rif.
"Breve storia di (quasi) tutto" - Bill Bryson - Tea e qui


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sabato 7 giugno 2014

L'anello del San Franco

Un panoramico giro sul Monte San Franco

Nel bel mezzo del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, una delle ultime propaggini occidentali del Gran Sasso è il panoramico Monte San Franco.

La sua cresta corre in direzione Ovest-Est, dalla Statale 80 del Passo delle Capannelle, fino alla magnifica sella del Belvedere, sotto il Monte Jenca.

Il Monte deve il suo nome a San Franco da Assergi, un monaco benedettino eremita del secolo XII, abruzzese, che ha passato gran parte della sua vita in giro per le montagne dell'Appennino, cibandosi di quello che la natura offriva ( "Into the Wild"  antelitteram), si è ritirato a vivere proprio ai piedi del monte. Tra i suoi miracoli avrebbe fatto scaturire l'acqua da una sorgente, che tutt'ora i fedeli vengono a bere. Pare che in vita già fosse venerato, tanto che cambiava spesso eremitaggio proprio per fuggire alla folla che lo cercava.

Il percorso di giornata prevede un dislivello di circa 900 metri. Inizialmente seguiremo il sentiero a Nord del monte, passando in un boschetto ombroso, salendo lentamente fino ad arrivare ad un tratto di salita più impegnativo che ci porterà al rifugio CAI Panepucci (1660).

Da qui comincia la magnifica vista sul Monte Corvo, Jenca, Pizzo di Camarda e la Valle del Paradiso.

Proseguendo si arriva all'affaccio del Belvedere (1789) che separa il San Franco dal monte Jenca.
Risaliremo lungo la Cresta di Rotigliano, fino ad arrivare alla cima 2132.

Il percorso ed il profilo altimetrico (da Google Earth)
Il panorama della cresta e della cima spazia grandioso sulle montagne abruzzesi, laziali e marchigiane e sul Lago di Campotosto (il più grande bacino artificiale d'Europa).
Si scende rapidamente lungo la cresta ovest, passando per l'antica cava di Pietra fino al ritorno al parcheggio.

Per i dettagli su orari, appuntamenti, etc cliccate su La gita su DedaloTrek.it

Riferimenti:
http://www.lagagransasso.it/gs/m_s_franco.htm
Santi e Beati: San Franco

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venerdì 6 giugno 2014

martedì 27 maggio 2014

La Monna da Trisulti, una bella salita!

Monte La Monna dalla Certosa di Trisulti

Una bella salita impegnativa quella di domenica scorsa, dalla Certosa di Trisulti, fino alla Monna.
Più di 1100 metri di dislivello, superati dal gruppo brillantemente!


Sulla cima, un po' di riposo!
Dato l'ampio dislivello, il percorso della escursione ha permesso di ammirare una grande varietà di ambiente vegetale e geologico.
In basso si attraversa una bella abetaia e bosco misto (aceri, carpini, querce...) pieno di fiori di sottobosco, in questo periodo, fino a raggiungere una bellissima terrazza a Vado di Porca, da cui si ammira la Certosa.

                       
Il gruppo affacciato alla terrazza



















Il Vado è una spettacolare apertura nella roccia, per permettere il passaggio di quadrupedi (e bipedi)

Vado di Porca

La vista dalla terrazza

Si prosegue nel bosco, che man mano si infittisce di faggi. In alto si trovano dei bellissimi esemplari secolari, sopravvissuti ad anni di intemperie.





Vecchio faggio cresciuto sulla roccia
Si affronta la parte più dura della salita, in mezzo al bosco fitto e fresco, con un paio di punti in cui la vegetazione permette di sbirciare la cima del Rotonaria.

Prato di ranuncoli di un giallo accecante

A quota 1650 si arriva alla bellissima sella che separa La Monna-Fanfilli dal Rotonaria. Un magnifico prato fiorito ci ha compensato della fatica per arrivare lassù.

Un ultimo sforzo e si arriva in cima, passando per il valico che separa dalla Valle dell'Agnello in direzione di Campo Catino






Valle dell'Agnello

Il Rotonaria sullo sfondo

Il giardino della Certosa


Dopo la lunga discesa, una visita alla millenaria Certosa di Trisulti, fondata dai Benedettini, passata ai Certosini con Innocenzo III e dal secondo dopoguerra, per mancanza di monaci, ritornata ad essere affidata ai benedettini.













Un vaso che abbiamo contribuito a riempire

Molto fornita la Farmacia della Certosa, in particolare un vaso raccoglie l'Acido Lattico di molti di noi escursionisti!



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sabato 17 maggio 2014

Parchi e Riserve del Lazio - Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini

Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini

Tra Parchi Nazionali e Regionali, Riserve Naturali Statali e Regionali, Aree Naturali Marine Protette e Monumenti Naturali, il Lazio conta ben 77 siti!

Abbiamo di che visitare.

Dopo avere parlato della Riserva Naturale di Nazzano Tevere-Farfa nel precedente post, proseguiamo con il Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini.

Scendendo dal Monte Tarino

Si tratta del più esteso Parco nell’area della Regione Lazio e si spinge fino al confine con la Regione Abruzzo. Le sue cime più alte raggiungono e superano i 2000 metri (Viglio e Cotento), grandi e magnifici pianori si estendono ai piedi delle montagne, come la piana di Camposecco.
Tutt’intorno una grande faggeta ha colonizzato la fascia montana fino ai 1800 metri sul livello del mare. In autunno sono spettacolari i colori giallo e rosso delle sue foglie.

(da www.livata.it)

Il territorio è carsico, quindi pieno di grotte, doline, inghiottitoi, sorgenti d’acqua che alimentano l’Aniene. Sono presenti numerosi percorsi, molto vari, con sali scendi e per tutte le difficoltà.

Con gli sci da Campo Staffi


Il parco si vive tutto l’anno, magnifiche sono le escursioni con gli sci e le ciaspole in inverno. Data la ampia zona in quota, la neve non manca, si mantiene per mesi ed ospita dei bellissimi percorsi ed anelli ideali da percorrere scivolando dolcemente sulla neve.



http://www.simbruini.it/

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giovedì 1 maggio 2014

Parchi e Riserve del Lazio - Nazzano Tevere-Farfa

Riserva Naturale Nazzano Tevere-Farfa

Tra Parchi Nazionali e Regionali, Riserve Naturali Statali e Regionali, Aree Naturali Marine Protette e Monumenti Naturali, il Lazio conta ben 77 siti.

Abbiamo di che visitare!

Cominciamo con la più vecchia delle Riserve Naturali: quella di Nazzano Tevere-Farfa.


Nel 1950 la costruzione di una diga subito a valle della confluenza del fiume Farfa nel Tevere, ha favorito la creazione di una piccola zona lacustre.
I nuovi laghetti, isolotti e meandri sinuosi, presto sono stati colonizzati da piante igrofile, che amano l’ambiente umido, e da tanti uccelli, stanziali e migratori di passaggio.
In breve tempo ne è diventato un punto chiave per la migrazione, tanto da spingere il governo regionale alla sua protezione (1979) ed a numerosi riconoscimenti internazionli



La Riserva comprende il tratto di Tevere tra la diga a Meana a sud ed il ponte sulla SP Tiberina a Nord, vicino alla stazione di Poggio Mirteto. La panoramicissima collina di Nazzano, con il suo bel castello, e di Torrita Tiberina, ne delimita il confine ad Ovest.

 

I sentieri della riserva corrono lungo gli argini del fiume, vicino al Tevere, placidissimo e tranquillo in questo tratto.
Per chi ama osservare l’avifauna, tutto l’anno è possibile ammirare svariati esemplari che tra un canto e l’altro vivono la loro vita fluviale.
Il paesaggio è molto rilassante, tanto nell’ammirarlo dall’alto di Nazzano e Torrita, quando nel percorrerlo nel suo interno.



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giovedì 10 aprile 2014

Dove si va di bello?

Non sapete dove andare la prossima vacanza?



Vi sembra di avere già visto tutto?

Ecco qui alcuni suggerimenti per visitare posti sorprendenti:

http://www.viralnova.com/places-to-see/

Buon viaggio!

martedì 8 aprile 2014

Ce l'ha fatta!

Il Canadese Greg Hill è riuscito nella sua impresa.


Con i suoi sci ha scalato, ogni giorno per tutto il mese di Marzo, montagne nella Britsh Columbia sempre lungo percorsi diversi. I migliori sci-alpinisti arrivano a salire 1500 metri al massimo in una giornata, mentre Greg Hill, sci ai piedi, ha mantenuto una media di circa 3000 metri di dislivello al giorno!
Così ha raggiunto l'obiettivo di scalare 100 chilometri di dislivello in un mese.
Nessuno al mondo c'era mai riuscito prima.

Ecco il link al suo sito.

Il video prima di lanciare l'avventura:


Il link al video dopo averla compiuta:
http://vimeo.com/89886558

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sabato 22 marzo 2014

Orientarsi con la luna, si può fare

Tra i vari metodi “naturali” di navigazione, cioè privi di strumentazione se ne trova uno molto disponibile, anche se non immediato e semplice: la Luna.


Il nostro satellite permette di riuscire a individuare il nord utilizzando un metodo un po’ complesso, ma neanche poi così tanto.
Per realizzarlo serve sapere due cose
- l’ora;
- riconoscere le fasi della luna, la cosa più complessa;

Alcune considerazioni.

Nella immagine si vede la Terra dall'alto del Polo Nord. Si vede in basso la Russia, in mezzo la Groenlandia e in alto il Canada.

La Luna gira attorno alla Terra in un lento ciclo di circa 28 giorni da Ovest a Est.

In caso di Luna Nuova, Luna e Sole sono allineati.
Che significa? 
Significa che dove sta il Sole là sta la Luna.

Tutti sappiamo, spero, che il Sole la mattina sta ad Est, a mezzogiorno sta a Sud, al tramonto sta a Ovest e a mezzanotte, anche se non lo si vede, sta a Nord.
Nelle ore intermedie tra le 6, le 12, le 18 e le 24 si trova, ovviamente, in posizioni proporzionalmente intermedie.
Quindi durante la Luna nuova, questa potrà essere usata esattamente come il Sole.
Facile.

Nel caso di Luna Piena, il satellite si trova dalla parte opposta del Sole, e quindi, la Luna Piena la mattina sta ad Ovest (e il sole ad Est), a mezzogiorno sta a Nord (quando il Sole è a sud), al tramonto sta a Est e a mezzanotte sta a Sud.
Ancora facile, basta invertire.

Cosa succede nei quarti di Luna?


Nel primo quarto Sole e Luna sono sfasati di 90° gradi, quindi quando il Sole è a Est (la mattina), la Luna è a Nord, quando il Sole è a Sud (a mezzogiorno), la Luna è a Est, quando il Sole è a Ovest la Luna è a Sud e infine quando il Sole è a Nord (mezzanotte) la Luna è a Ovest

Analogamente quando la Luna è nell'ultimo quarto, sarà sfasata di 90° ma in “anticipo”

Come funziona allora il metodo?

Passo 1)  Guardare l’Orologio e calcolare in che direzione si trova il Sole adesso.
Passo 2)  Guardare la Luna, riconoscere la sua Fase, calcolare lo sfasamento rispetto al Sole e stabilire la sua direzione.

Esempio.
Sono le 21 e si vede una Luna "Gibbosa Calante", cioè così:



1) siccome sono le 21, cioè a metà tra le 18 (sole a Ovest) e 24 (Sole a Nord), si deduce che il Sole si trova a Nord-Ovest. E’ notte e non lo vediamo, ma sta là.

2) la fase lunare e Gibbosa Calante, più o meno a metà tra Luna Piena (opposta al Sole, -180°) e ultimo Quarto (-90° dal Sole). Dunque la Luna è sfasata di 90 gradi più 45 gradi, in “anticipo” Quindi da Nord-Ovest (la posizione attuale del Sole) ci spostiamo indietro di 90 gradi (Nord-Est) e poi  di altri 45 ed arriviamo ad Est. La luna punta ad Est.


Ciò significa che in quel momento, in Italia, siamo nel punto che indica la freccia. Sono le 21 ed è cominciata la notte da 3 ore circa (il Sole è a destra ed è mezzogiorno in America), la Luna la vedo ad Est.

Rif:  L'antica arte di trovare la strada - Tristan Gooley - A. Vallardi

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domenica 16 marzo 2014

L'intelligenza delle Piante vista da Internazionale

Nell'ultimo numero di Internazionale un interessante articolo sull'intelligenza delle piante.


Michael Pollan, autore di "La botanica del desiderio" racconta lo stato dell'arte nel mondo della scienza a proposito delle piante e la loro presunta "Intelligenza". Riporta, tra l'altro, il pensiero di Stefano Mancuso e Daniel Chamovitz, che hanno di recente proposto dei libri divulgativi di successo sui nuovi punti di vista sul mondo vegetale. ("Verde Brillante", "Quel che una pianta sa")

Internazionale.it

mercoledì 12 marzo 2014

Un video Tutorial per georeferenziare mappe per OruxMaps. 7°

Georeferenziare una mappa con Google Earth e OkMap

Prosegue da qui
Dopo aver visto molti dettagli su OruxMaps e le mappe per le nostre escursioni, ecco qua un link ad un video pratico su come georeferenziare una mappa per il programma OruxMaps per smartphone utilizzando OkMap e Google Earth.

Si tratta di individuare dei punti sulla carta in OkMap ed i corrispondenti punti su Google Earth.
Conviene scegliere incroci stradali ortogonali, semplici da individuare.

Il video ci mette diversi minuti a caricarsi, abbiate pazienza e non rinunciate subito.
Una volta caricato (c'è una minuscola progressbar che vi dice lo stato di avanzamento del download) partirà automaticamente. Serve Flash Player per vederlo

http://www.dedalotrek.it/swf/GeoreferenziareMappe.html

Grazie a tutti per l'attenzione.

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sabato 8 marzo 2014

L’Anello di Re Salomone

"L’Anello di Re Salomone" - Konrad Lorenz -  Adelphi

L’etologo premio Nobel Konrad Lorenz, in questo meraviglioso libro raccoglie una serie di racconti sulla sua lunga esperienza con gli animali, per lavoro e per la sua grande passione.

Ci racconta con ottime doti letterarie, mantenendo sempre alta la tensione narrativa, dei comportamenti sociali di cani, gatti, oche, anatre, taccole (dei corvidi) e molti altri animali, sottolineando le impressionanti analogie con i comportamenti umani.
Scoprirete come molte bestie assumono, istintivamente, atteggiamenti cavallereschi che nessun paladino medioevale (reale o immaginario) ha mai osato raggiungere.


Dopo aver letto questo libro non guarderete gli animali con lo stesso sguardo di prima!

giovedì 6 marzo 2014

Smartphone ed Escursioni. Qualche suggerimento 6°

Proseguiamo con i suggerimenti per utilizzare OruxMaps nelle nostre escursioni

Continua da qui (post precedente).

In escursione

All'avvio della escursione si può avviare la registrazione della traccia seguita, dal menu tracce in alto a sinistra, scegliere avvia GPS e poi avvia registrazione. Al termine della registrazione stoppare la registrazione.



Tra i parametri da impostare, prima di lanciare l'acquisizione, c'è la frequenza con cui rilevare i punti.


Alla acquisizione di un punto ogni 2 secondi la durata della batteria sarà molto bassa. Se si sceglie un punto ogni 30 secondi la risoluzione è ancora accettabile e la batteria può durare per tutta l'escursione (ma proprio al limite)
Con la risoluzione di un punto ogni 2 minuti la risoluzione è appena passabile, ma la batteria durerà sicuramente fino alla fine della gita.

A presto!

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martedì 4 marzo 2014

Smartphone ed Escursioni. Qualche suggerimento 5°

Proseguiamo con i suggerimenti per utilizzare OruxMaps nelle nostre escursioni


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Georeferenziare le Mappe con OruxMaps

Abbiamo visto nello scorso post come poter georeferenziare mappe con OkMap, ora consideriamo un altro tool, sempre gratuito.

Georeferenziazione fai da te con GoogleEarth

Si può georeferenziare una mappa (file jpg) a mano. La procedura è un po' lunghetta e richiede molts pazienza, ma alla fine si ottiene il risultato voluto.

1) procurarsi una scansione della mappa, con una risoluzione accettabile, ma non troppo altrimenti diventa troppo pesante.
2) Con il programma GoogleEarth piazzarla sul terreno usando lo strumento add Overlay





3) Inserire il nome, la scansione
4) “Aggiustare” l'immagine in modo da combaciare con il terreno sottostante. Fare riferimento alle strade ed agli incroci, in genere sono molto ben visibili e utilizzando la trasparenza verificare.
5) Una volta terminato, recuperare le informazioni sui quattro estremi della mappa (Latitudine Nord, Latitudine Sud, Longitudine Est, Longitudine Ovest)

6) Scaricare ed installare il programma OruxMaps Desktop
http://www.oruxmaps.com/descargas_en.html al termine lanciarlo

7) OruxMapsDesktop serve a creare il file che utilizzerà OruxMaps come mappa offline. Il momento più delicato è questo, riempire correttamente i dati nella form

8) Si deve caricare il file immagine, scegliere il Datum corretto, per esempio WGS84 o European DATUM e LATITUDE/LONGITUDE;
Quindi inserire i quattro punti.
BADA: X e Y sono le coordinate degli estremi della mappa espresse in pixel. Il punto 0,0 è quello in alto a sinistra (non come le coordinate cartesiane!!!), mentre X cresce andando normalmente verso DESTRA, Y cresce andando verso il BASSO.
Quindi una immagine 800x600 ha queste coordinate:
0,0  in alto a sinistra (Latitudine nord e Longitudine Ovest)
800,0 in alto a destra (Latitudine nord e Longitudine Est)
0, 600 in basso a sinistra (Latitudine sud e Longitudine Ovest)
800, 600 in basso a destra (Latitudine sud e Longitudine Est)
9) Si sceglie la directory dove salvare ed il nome mappa e si genera la mappa
10) infine si copiano i file generati nella cartella del cellulare
oruxmaps/mapfiles
è molto macchinoso ma funziona.
La parte più delicata è centrare la mappa bene su GoogleEarth. Sbagliare lì pregiudica tutta la precisione del GPS

Alla prossima puntata per dettagli di come usare OruxMaps in escursione

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