martedì 21 gennaio 2014

Che ci portiamo nello zaino? Il tè

Forse non tutti sanno che...

L'Inghilterra è stato il primo paese della rivoluzione industriale, ma questo lo sanno tutti.
Milioni di lavoratori si sono spostati dalle campagne verso le principali città creando delle aree urbane sovraffollate, con igiene precaria.
Una delle cause principali di morte erano le epidemie di colera, la cui diffusione era aiutata dalla vicinanza stretta, molto stretta, troppo stretta, tra le acque di scarico e quelle da bere...

La fabrichetta

Ad un certo punto gli Inglesi si sono resi conto che chi beveva tè non si ammalava di colera. Cosa vera semplicemente perché per prepararlo si deve bollire l'acqua!
Inoltre il tè è uno stimolante che aiuta a sopportare le lunghe giornate lavorative e riesce a togliere anche il senso di fame.
Ed è da allora che l'infuso ha avuto un successo enorme e la domanda di tè è esplosa.

Allora, siamo ad inizio Ottocento, l'unico paese produttore era la Cina. A causa delle massicce importazioni di tè la bilancia commerciale della potenza Imperiale pendeva pesantemente verso Pechino. I Cinesi, infatti, non erano interessati a nessuno dei prodotti britannici.

A perdita d'occhio
A Londra si decide di attuare una contro-offensiva commerciale, ma non proprio lecita. Clandestinamente gli Inglesi facevano arrivare in Cina il prodotto principale di Pakistan e Afganistan: l'oppio.

Con questa rete di narcotraffico l'Inghilterra è riuscita a bilanciare il flusso di ricchezza con il Regno di Mezzo, ovviamente ha scatenato tante proteste che si è arrivati alla Guerra dell'Oppio.
Vinta dalla Gran Bretagna. (In quel periodo la Cina era in momento poco felice della sua bimillenaria storia di superpotenza)

Stavamo parlando di tè, non ce ne siamo dimenticati.

Nel frattempo gli Inglesi dopo molti tentativi riescono a riprodurre il complesso procedimento per ricavare il tè dalle foglie di Camelia.

Il primo tentativo con successo riesce nella regione dell'Assam, quel pezzo di India ai piedi dell'Himalaya, non lontano dalla Cina, solcato dal Brahmaputra.

Appena messo a punto il metodo, gli inglesi nella colonia indiana applicano tutte le tecniche della rivoluzione industriale per la lavorazione meccanizzata ed il trasporto del tè dall'India all'Inghilterra.
In pochi anni la produzione mondiale di tè diventa del 90% indiana.

Assam
1. Continua

Rif.:
Oro verde. La straordinaria storia del tè - MacFarlane Alan; MacFarlane Iris - Laterza

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domenica 19 gennaio 2014

Poca neve in Appennino...ma

La stagione di sci tarda a decollare in Appennio, ma ci sono sempre delle belle sorprese

Le immagine dalle webcam di più o meno tutto l'Appennino presentavano ampi panorami verdi, desolanti per gli sciatori. Così, abbastanza scettici, ci siamo diretti verso il Terminillo, dove c'era qualche speranza in più di trovare la neve.
E la speranza è stata ben riposta!

Siamo arrivati in macchina fino al Rifugio Sebastiani (m. 1820) dove abbiamo calzato gli sci e le ciaspole per la prima salita di giornata fino al valico di Sella di Leonessa (m. 1900)

Dal valico verso Sud
Qui comincia la prima discesa nella Vallonina, che conserva, solitamente, sempre molto bene la neve, fino a stagione inoltrata.
Nel primo tratto di discesa, quello più ripido, abbiamo incontrato neve piuttosto ghiacciata o crostosa, ma per fortuna, perdendo quota, la neve è diventata sempre più facile e divertente.



Siamo così scesi in questa bellissima valle, sci ai piedi, fino al Ristorante Mosè di Fontenova (m 1450), purtroppo chiuso. Ne abbiamo approfittato per un rapido pranzo: ci aspettava la risalita.


Per variare un po' il percorso, su suggerimento di Fabio, abbiamo fatto una puntata alla sorprendente valle detta "Le Scangive" (m. 1630)

Si trova proprio sotto un anfiteatro naturale di imponenti rocce delle anticime del Monte Terminillo.




Una breve discesa e ritorniamo sul percorso dell'andata, ultimo strappo di risalita fino alla Sella di Leonessa e poi discesetta fino al Rifugio che troviamo illuminato da un bel sole!


Altre foto della escursione le trovate qui

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venerdì 17 gennaio 2014

Immagini da Cipro

Il Social network più famoso per le foto e le sue bacheche per Cipro

Stiamo organizzando il viaggio di DedaloTrek per Aprile 2014

Per maggiori dettagli sul viaggio clicca qui

Paphos

Bagni di Afrodite

Cape Gkreko

Agia Napa Nissi


Qui il link al sito per altre foto: http://www.pinterest.com/visitcyprus/

Fatevi sentire!


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mercoledì 15 gennaio 2014

Il sesto senso

Proseguiamo il nostro viaggio nel mondo delle Piante

Il Sesto Senso

Chiunque sia andato in un bosco di faggi a quota neve, ha notato come molti alberi abbiano la base curva per poi proseguire dritti.
Chiaramente la spinta della neve ha piegato i faggi da giovani, ma questi sono stati in grado di raddrizzarsi e puntare al cielo.

Come hanno fatto?

Oltre ai canonici cinque sensi che ci attribuiamo, ce n’è un sesto, la percezione di se nello spazio. E’ un senso che usiamo spessissimo, ma di cui ce ne accorgiamo solo quando viene a mancare.
Se ci si ubriaca, infatti, non siamo più capaci di stare in equilibrio e non siamo capaci di toccarci la punta del naso con gli occhi chiusi. Provate ora, se siete sobri :)



L’uomo ci riesce, tra l’altro, perché nell'orecchio interno trovano posto gli otoliti, delle piccole “pietruzze” immerse in una specie di gel, che seguono le leggi della gravità, spostandosi sempre verso il basso. Nei loro movimenti stimolano dei recettori ed il cervello sa dove ci troviamo. Se ci troviamo in una giostra che ci sbatacchia, o siamo centrifugati da un’onda a mare, gli otoliti mandano segnali contrastanti e perdiamo consapevolezza del sopra e del sotto.

Anche le piante sono dotate di un meccanismo analogo. Se una pianta viene stesa in orizzontale, il fusto piegherà verso l’alto e le radici punteranno decisamente verso il basso.
Anche grazie a studi nello spazio, in assenza di gravità, gli scienziati hanno capito che la pianta possiede dei recettori, simili agli otoliti, piccole “pietruzze” immerse in delle cellule, capaci di seguire la gravità. Questi recettori indicano alla radice dove sta il basso e quindi dove crescere.
Per la parte alla luce il meccanismo è simile, ma avviene con cellule diverse.

Alcuni scienziati sostengono che questa è una delle funzioni più antiche che si sono probabilmente sviluppate quando uomini, animali e piante erano la stessa cosa.

Al prossimo post per scoprire altro sulle nostre vicine!

Riferimenti:
Se avete commenti e osservazioni sentitevi liberi di scrivere nei commenti quello che volete.

Se vi va, condividete il post.

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lunedì 13 gennaio 2014

Incidenti in montagna, la app salvavita del Soccorso Alpino

Il sistema GeoResQ permette di segnalare la propria posizione e inviare richieste di aiuto tramite smartphone




Ecco il link al sito ufficiale
http://www.georesq.it/


sabato 11 gennaio 2014

Breve storia di (quasi) tutto - Bill Bryson - Tea


 Viaggio alla scoperta dell'universo

 
Bisogna essere chiari: se avete una minima preparazione scolastica scientifica, o siete assidui frequentatori di documentati scientifici, questo libro non aggiungerà praticamente nessun sapere nuovo.

Quello che invece fa splendidamente, è raccontare come la scienza sia arrivata a certe conclusioni. Posa lo sguardo sulla vita e personalità degli scienziati, famosissimi ed anche sconosciutissimi. Persone dall’ego smisurato (come Linneo che si faceva chiamare Il Principe del Botanici) a personalità disturbate (molte), riservate al punto che non gli si poteva rivolgere la parola (per parlare con Cavendish ci si doveva avvicinare e senza guardarlo e cominciare a parlare nel vuoto. Se non scappava era fatta)

Bill Bryson ci racconta e dimostra come nella scienza si distinguono spesso tre fasi: una prima scoperta che viene ignorata e spesso derisa, quindi una fase in cui viene aspramente criticata e si cerca di confutarla, infine la fase in cui trionfa ma il merito va ad un’altro.

E così Bryson ci intrattiene piacevolmente su tantissimi campi: dall’astrofisica alla fisica delle particelle, la relatività, l’evoluzionismo, la chimica, biologia, la geologia, la vita sulla terra, l’evoluzione dell’uomo, tenendo sempre desta la curiosità e la voglia di andare avanti nella lettura.

Vi arricchirà.

"Breve storia di (quasi) tutto" - Bill Bryson - Tea




lunedì 6 gennaio 2014

La prima bella sciata di stagione, anzi no.

Il nostro gruppetto di sciatori e ciaspolatori si è diretto verso Campo Felice per poter inaugurare la prima uscita dell'anno sulla neve.

Il meteo prometteva leggere nevicate durante la giornata. L'idea di farci accompagnare dai fiocchi non ci dispiaceva.
La cruda realtà è stata però ben diversa. La temperatura si presentava insolitamente alta ed invece della sperata neve, arrivavano belle gocce di pioggia.
Sicuramente alzandosi di quota avremmo cominciato a trovare la agognata neve, ma sotto i nostri occhi non vedevamo altro che un deludente prato bagnato.
Dinanzi alla prospettiva di fare una camminata, sotto l'acqua e con gli sci in spalla, alla ricerca della neve abbiamo ceduto.
Ci siamo diretti allora, sci e bagagli, a far visita alla martoriata città dell'Aquila.

Dopo cinque anni da quella brutta notte, la città, da lontano sembra normale. Forse solo qualche gru di troppo e senza fumo che esce dai comignoli.
Avvicinandosi però si trova ben altro spettacolo.
Il centro storico è praticamente disabitato. Moltissime case, se non tutte, sono puntellate e imbrigliate con travi e tiranti d'acciaio.

Le vie del Centro Storico
I muri sono fessurati e crepati un po' ovunque.
Il senso di precarietà domina.
La zona più pericolosa ed inaccessibile, è quella Rossa. Reti metalliche ne sbarrano gli accessi e camionette blindate dell'Esercito pattugliano le strade, con aria minacciosa. Uno scenario terrificante degno di Beirut nei peggiori momenti.

Ma in questo triste quadretto ci troviamo una bella sorpresa: il Mercato Domenicale.
Nelle vie del centro percorribili, circondate da bei palazzi e belle chiese incerottate, si trovano centinaia e centinaia di bancarelle e, soprattutto, migliaia di persone che cercano di tenerla sempre viva.
Da far stringere il cuore.

Il mercato in Piazza Duomo. Le bancarelle occupano moltissime strade del centro


La Fontana delle 99 Cannelle appena restaurata

Un modernissimo San Biagio nella Chiesa di San Giuseppe Artigiano



Perché il reticolo sulle carte è inclinato?

Reticolo Chilometrico, Meridiani e tutto quanto


Uno dei misteri che non ci fa dormire di notte è il fatto che nelle carte che utilizziamo nelle escursioni il reticolo (quello che forma quadrati di 1 chilometro di larghezza) è inclinato rispetto al bordo del foglio.




Il reticolo che piano piano si allontana dal bordo. Perché non lo addirizzano?

Cerchiamo di chiarire il perché, se ci si riesce.


Tutti avrete tenuto in mano una arancia, la buccia copre perfettamente la superficie sferica del frutto, ma se la si sbuccia cercando di lasciarla intatta:





e poi si cerca di spianarla, inevitabilmente la buccia si tenderà prima e si strapperà poi.

Al contrario per un Ferrero Rocher, la carta dorata fa molte grinze.

Ma quando si scarta, si riesce a spianare perfettamente la carta in un rettangolo.


Come mai?


Succede perché la superficie sferica non si riesce a trasformare su una piana senza deformazioni: o si strappa (l'arancia) o quando sta sulla sfera, avanzano pezzi (il cioccolatino)
La stessa cosa succede con la rappresentazione piana della superficie terrestre.



Ecco la terra nella rappresentazione “strappata”. Come vedete contiene dei buchi: Horror Vacui! Nessuno la usa.





Spesso se ne vede un'altra, più familiare e semplice.



Bellissima e facile da consultare.


Ma c'è qualcosa che non va...


Confrontiamo l'Africa e la Groenlandia: sembrano della stessa grandezza.
Se misuriamo con Google Earth, l'Africa risulta essere lunga circa 7000 km



mentre :



la Groenlandia misura 2500 Km, circa.
Molto meno della metà!


Lo stesso se confrontiamo la Svezia ed il Brasile: sembrano della stessa dimensione ma non lo sono...

E come mai?


Immaginiamo che la terra sia una palla da tennis, la caliamo nel suo tubo cilindrico che la conserva. E poniamo una piccola luce al centro della palla. Questa luce si proietta sulle pareti del cilindro deformando le immagini che sono più lontane dal piano orizzontale. Come fossero delle ombre cinesi giganti.

Questa è detta la proiezione di Mercatore (al secolo Gerhard Kremer):






Questa proiezione rappresenta bene la fascia attorno all'equatore, ma man mano che si va verso i poli la deformazione si fa via via più grande fino a far diventare la Groenlandia enorme.

Quindi serve solo per dare una idea di come stanno le cose, ma non può essere usata per i nostri scopi.
Che si sono inventati i cartografi?

Hanno pensato che tutto sommato, se questa proiezione andava male per le latitudini alte, andava comunque bene per la fascia equatoriale. Si poteva salvare questa proiezione?

Sì, si poteva.

Il primo passo è stato mettere di traverso il cilindro della proiezione.


Scegliamo il cilindro tangente alla terra al meridiano di Greenwich.
In questo caso, tutta la fascia nelle vicinanze di Greenwich (ed anche quella che sta nel meridiano opposto, dalle parti dell'Alaska e del Pacifico) viene molto bene in un intervallo di +/- 3 gradi, ma se ci allontaniamo si ripresenta la deformazione... delusione: il problema non è sparito.

Ma se invece di utilizzare  un solo cilindro, se ne usano vari?

Ecco la soluzione!

Si usano 30 cilindri diversi, tangenti alla terra in meridiani distanti 6 gradi uno dall'altro. Da ognuno dei 30 cilindri si isolano due fasce di terra (naturalmente di qua e di la del cilindro) per un totale di 60 fasce.

Il mondo diviso in fasce. 
Nel caso della UTM sono 60 fasce (o fusi), ma in questa immagine ce ne sono solo 12 per renderlo più chiaro.

In Italia le fasce sono due, numerate 32 e 33, ed anche un pezzetto della fascia 34 per il Salento.
Il meridiano centrale del fuso 32 passa per la Sardegna, mentre il meridiano centrale del fuso 33 passa per Trieste, Napoli, Catania.

A partire da questi meridiani centrali si disegna il reticolo geografico, quello che compare nelle mappe IGM, del Lupo etc.
Questo reticolo ha tutte linee che si intersecano a 90°, come le strade urbane delle città di origine romana, esclusa l'Urbe :)
Come ben sappiamo i meridiani non sono delle rette parallele, ma tendono a convergere tra loro, man mano che ci si avvicina ai poli. Cioè due meridiani e due paralleli, non formano un quadrato, ma qualcosa che assomiglia più ad un trapezio


Per esempio in figura, evidenziato in rosso, quella specie di trapezio.
Il punto chiave per comprendere la faccenda è che le tavolette IGM sono sempre parallele al meridiano che le attraversa.


Per essere pignoli, le tavolette IGM non dovrebbero essere quadrate, ma dovrebbero avere forma “a trapezio”. Considerato però che occupano un'area non molto grande, viene trascurato l'errore e vengono rese quadrate.


Se mettiamo dunque decine di tavolette una affianco all'altra (muovendoci in senso ovest-est) le tavolette saranno orientate sempre verso il polo nord (cioè parallele al meridiano) e quindi via via che ci si allontana dal meridiano centrale sono sempre più ruotate (in senso anti orario per le tavolette ad EST ed in senso orario per le tavolette ad OVEST




Nella figura ci sono delle tavolette del fuso 33. Come si nota, quella di Latina (linea verde) e quella di Trinitapoli (linea rossa) non sono parallele tra loro, ma ciascuna punta al Nord geografico e sono parallele ciascuna al proprio meridiano.


Invece, il reticolato chilometrico, quello delle coordinate UTM, è formato da un reticolo parallelo al solo meridiano centrale del fuso (indicato dalla freccia grande rossa)

Per questo, man mano che ci si allontana dal meridiano centrale del fuso, il reticolo rimane sempre parallelo a quel meridiano, mentre le carte IGM ruotano per mantenersi parallele al meridiano che le attraversa.

Quindi non è il reticolato chilometrico a ruotare, ma è la carta IGM che è ruotata per essere allineata al meridiano che la attraversa.

Ecco.

Spero che a questo punto sia tutto più chiaro e possiate dormire sonni tranquilli.




sabato 4 gennaio 2014

Settimana Bianca 2014, Dolomiti di Brenta

Dolomiti di Brenta - Andalo


Quest'anno Dedalo Trek organizza la settimana bianca 2014 nelle Dolomiti di Brenta, nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta nella settimana del 15-22 Febbraio


In quest'Area Protetta del Trentino, ricca di laghi e con uno dei ghiacciai più estesi d'Europa, che ospita
Aquile, Orsi e Cervi, avremo modo di compiere bellissime escursioni in un superbo paesaggio dolomitico.

Faremo base ad Andalo a due passi dal lago di Molveno


Ogni giorno sono previste uscite con gli sci e per chi vuole, le ciaspole. C'è anche la possibilità di sciare nelle piste di discesa.


Unitevi a noi!


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venerdì 3 gennaio 2014

Cipro ed i suoi magnifici paesaggi


Uno sguardo su Cipro

Alcune delle mete del viaggio di Aprile 2014

Per maggiori dettagli clicca qui

Spiaggia di Afrodite
  
Kyrenia

Buffavento

Korucam




Famagosta

Kantara

Karpas
Vi aspettiamo!


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giovedì 2 gennaio 2014

Le foto ti vengono mosse?

Spesso le vedi così? 



Allora nel sito che vi consigliamo troverete degli ottimi suggerimenti pratici su come cercare di evitare il problema.
Eccovi l'utilissimo link  .

E' in inglese ma le immagini sono molto esplicative.

DigitalPs su Facebook

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mercoledì 1 gennaio 2014

Cipro, natura e storia

Posta in mezzo al mediterraneo orientale questa meravigliosa isola è ricca di storia

Che riguarda anche l’Italia

Per un secolo circa è stata occupata dai veneziani che ne facevano una base di appoggio per i loro commerci nel vicino Oriente.
Ed il pennello veneziano più famoso ritrae:
Tiziano, Caterina Cornero, veneziana regina di Cipro

Tiziano, Jacopo Pesaro Vescovo di Pafos

Nella seconda metà Cinquecento, con l’Impero Turco in piena espansione, il Divan di Costantinopoli decide che è il caso di riprendersi il controllo dell’isola cipriota.
Malgrado le ripetute missive segrete del Bailo (ambasciatore) di Venezia presso la Sublime Porta, i veneziani non sono riusciti a bloccare in tempo l’arrivo delle navi ostili.
Il comandante Turco, Lala Mustafà Pascià, riesce a sbarcare a Limassol, nel sud dell’isola, dove non incontra nessuno ad attenderlo.

Limassol

Il Pascià penetra al centro dell’isola e conquista facilmente la città di Nicosia, circondata da mura e bastioni appena costruiti, Cipro sta per essere persa.
I veneziani rimasti si asserragliano a Famagosta, l’unico fortino rimasto. Qui il comandante Marcantonio Bragadin si difende per un anno intero, fino all'ultimo grammo di polvere da sparo, aspettando aiuti da Venezia che non arriveranno mai.

Spiaggia presso Famagosta

Dopo il lungo e cruento assedio della città, sotto i colpi di bombarde turche, le mura cedono. Famagosta cade.
E qui succede un fatto truce ed inspiegabile.
Nella negoziazione della resa qualcosa non deve essere andato per il verso giusto, pare che il sanguigno Bragadin abbia fatto infuriare il pascià turco. Ci sono varie versioni dell’accaduto, discordi tra loro, ma il finale è certo: Bragadin viene scuoiato vivo e poi impagliato.
Il corpo viene portato a Costantinopoli come trofeo insieme alle teste degli altri comandanti veneziani..

Siamo nel 1570-1571, a breve le truppe papali, spagnole e veneziane, tra mille difficoltà, si coalizzeranno per cercare fermare l’avanzata turca. Si combatterà in Grecia, a Lepanto.

Oggi chi si fregia del titolo di Re di Cipro sono quelli di Casa Savoia... per il senso che ha.

Per il ponte del 25 Aprile 2014 stiamo organizzando un viaggio nella bellissima isola.
Per saperne di più cliccate qui

Rif.: