Continuiamo con alcune considerazioni sulla biodiversità.
Le prime considerazioni le trovate qui: Biodiversità 1.Dicevamo che una delle compagne più fedeli delle nostre gite è la banana.
Facile da portare, da sbucciare e dall'ottimo sapore.
A differenza della mela vista nel post precedente, la banana ha una storia di successo globale più recente, ma non per questo meno impattante.
La pianta di banano è tecnicamente una erba, molto grande, ma non ha un fusto legnoso. Originaria dell’India e Indonesia si è diffusa con successo in Africa. In queste realtà è molto prodotta e molto consumata. Dopo Colombo è arrivata in America dove è rimasta confinata in qualche isoletta dei Caraibi per qualche secolo.
Solo nell’Ottocento negli Stati Uniti si sono introdotte delle innovazioni tecniche (la refrigerazione) per portare le banane dalla Giamaica a New York.
In breve è stato creato un complesso sistema di trasporti via mare, treno e magazzini, tutto nella catena del freddo, che distribuiva le banane in tutti gli USA. Nel volgere di pochi anni, complice le tecniche di marketing, l’economia di scala, la banana è diventata più venduta e più economica di mele prodotte dietro casa.
E’ diventata così remunerativa che le compagnie bananiere sono sempre state potentissime, tanto da influenzare i governi centro-americani (Honduras, Guatemala, Colombia…) fomentando colpi di stato e mantenendo governi fantoccio.
Anche in Italia c’è una piccola storia di banane da raccontare.
Una volta conquistata la Somalia (si fa per dire, visto che si trattava di una sanguinosa occupazione armata, con ribelli mai domi) il governo ha pensato di avviare nel Corno d’Africa l’industria bananiera.
Il consumo italiano di banane era allora praticamente zero, ma con l’introduzione delle prime tecniche di marketing si sono convinti milioni di italiani a desiderare il frutto curvo.
La Regia Azienda Monopolio Banane |
Se vi siete chiesti come mai oggi la banana ha sempre lo stesso ottimo sapore ovunque la compriamo, è perché mangiamo sempre la stessa banana: si tratta di un clone che viene ripiantato in continuazione.
Come già visto per le mele, prima o poi i nodi arrivano al pettine e la banana ne fa le spese.
Il primo frutto selezionato per il mercato è stata la Gros Michel, la possiamo vedere nei filmati di Stanlio e Ollio e di Charlie Chaplin. E praticamente solo là.
Oggi infatti si è estinta. Non esiste più.
Salutiamo la Gros Michel |
Oggi la varietà che si trova in commercio è la Cavendish, con molti sforzi è stata selezionata come erede della Gros Michel. Doveva avere un sapore gradevole, dolce, facile da pelarsi e resistente al trasporto.
La Cavendish non era proprio il massimo di resistenza al trasporto, ma l’uovo di Colombo fu l’utilizzo delle scatole di cartone! In questo modo arrivano buone e non in poltiglia.
(Le scatole sono molto resistenti, se ci fate caso le usato tutti gli ambulanti per qualunque prodotto) |
Col tempo si è scoperto che anche la Cavendish non è immune dalla Malattia di Panama, ed è sensibile anche alla più temibile Sigatoka, per cui giù con piogge di pesticidi.
Oggi è in pericolo di estinzione anche la Cavendish.
Anche in questo caso invece di assecondare la natura e lasciare che gli incroci naturali controbattano agli armamenti dei parassiti, si ricorre alla guerra con i pesticidi, che non porterà da nessuna parte, se non ad un avvelenamento collettivo.
Che fare? La prossima volta che vediamo una bella banana gialla in vendita, pensiamoci su.
2. Continua
Riferimenti:
- Banana: The Fate of the Fruit That Changed the World - Dan Koeppel - Plume
- Italiani in Somalia. Storia di un colonialismo straccione - Andrea Naletto - Cierre Edizioni
- I Signori delle Banane - Gianni Corbi - Repubblica.it
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